lunedì 24 giugno 2024

BENEDICTUS Lc 1,67-79


 
 

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S. FAUSTI – Lo Spirito apre la bocca di colui che era stato reso muto per la sua incredulità.
Come la sua mutezza fu segno della mancanza di fede, così ora il suo canto è segno della fede che lo mette nel coro dei salvati. Zaccaria profetò. La profezia non consiste nel predire il futuro, ma nel dire la Parola di Dio, vedendo la realtà come Lui la vede.
E' un canto di benedizione per il passato e di profezia per il futuro.
Nella prima parte Zaccaria benedice non per suo figlio, ma per Colui davanti al quale egli cammina, ringrazia per il Messia, già donato.
Nella seconda profetizza la funzione di suo figlio, che sarà precursore di Colui che sorgerà come il sole. E' un inno liturgico , che benedice Dio per il Suo dono promesso e ora realizzato.
Indirettamente mostra il rapporto tra Nuovo e Antico Testamento, come parola di benedizione per il compimento e di profezia per la promessa.
Ciò che finora è avvenuto – la nascita di suo figlio e il concepimento di Gesù – è visto nella loro reciproca relazione alla luce di tutta la storia della salvezza.
Questi fatti , piccoli e inosservati da tutti, nascondono, per chi li sa leggere nello Spirito, la “Visita” di Dio che porta a compimento il Suo disegno d'Amore.
Nella Liturgia è il canto che conclude le lodi del mattino.
Preghiera del sole che sorge, dà inizio al nuovo giorno,il giorno senza fine, l'”oggi” della visita di Dio, che nella Sua Misericordia dona la salvezza , liberando dalle mani dei nemici, togliendo i peccati e illuminando le ombre della morte, per farci servire a Lui in santità e giustizia e camminare nella via della pace.
Così Dio mantiene la Sua promessa.
Hanno parte di spicco la fedeltà di Dio alla Sua promessa di salvezza e un invito a conoscerla meglio per aderirvi sempre più.